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domenica 8 aprile 2012

Quanto costano le cattive abitudini?

Fumare, mangiare in eccesso, bere alcolici, concedersi troppi caffè e dedicarsi spesso a lotterie e giochi d'azzardo. Oltre a essere dannose per la salute, queste abitudini sono "cattive" anche per i portafogli. Una dimostrazione? Ecco un calcolo pratico di quanto spende in media all'anno ogni italiano per ciascuno dei suoi vizi.



Fumare sigarette

Il fumo è di gran lunga il più dannoso dei vizi ed è anche uno dei più costosi. Se si prende in considerazione il costo medio di un pacchetto di sigarette in Italia, 4,10 euro, e si tiene presente che un fumatore tipo "brucia" circa 14 sigarette al giorno, la spesa media che sostiene in un anno ogni italiano dedito al tabacco è di 1.048 euro: con una somma del genere ci si potrebbe permettere di pagare una vacanza di una settimana oltreoceano. Ma non finisce qui. Bisogna mettere in conto anche tutti i costi sociali che riguardano la dipendenza da tabacco: le morti e le malattie, l'aumento delle spese sanitarie per curare le patologie legate al fumo sia attivo che passivo, i danni ambientali, il contrabbando e così via. Una ricerca effettuata dall'Università Politecnica di Cartagena, in Spagna, ha stimato che se nel prezzo del tabacco fosse incluso anche il costo di una morte prematura a causa del fumo, un pacchetto di sigarette dovrebbe costare oltre cento euro: a essere precisi, 107. Il surplus rispetto al prezzo comune sarebbe, in proporzione, la cifra che la gente è disposta a spendere per ridurre il proprio rischio di morte.
Spesa in un anno: 1.048 euro

Concedersi troppi caffè e cappuccini

Che gli italiani spesso esagerino con la caffeina è un fatto evidente. Secondo le statistiche l'81% degli abitanti della Penisola dichiara di concedersi fino a tre caffè al giorno. È meno semplice, invece, rendersi conto di quanto questa "rischiosa" passione pesi sulle nostre tasche. Per farsi un'idea si può immaginare una situazione quotidiana. Ci svegliamo al mattino e ci prepariamo un caffè con la macchina per l'espresso da casa. Costo medio di una cialda: 25 centesimi. Usciamo di casa e andiamo al bar per un cappuccino: 1,20 euro. Ci rechiamo in ufficio e alla prima pausa ci fermiamo al distributore e prendiamo un caffè: 30 centesimi. Dopo pranzo c'è il tempo di tornare al bar, stavolta per un buon espresso: 90 centesimi. Moltiplicati per un anno gli espressi a casa ci costerebbero poco più di 90 euro, quelli al bar circa 330 euro, i cappuccini quasi 440 euro, e i caffè in ufficio 78 euro, calcolando cinque giorni di lavoro a settimana. Il totale in 365 giorni? Ben 935 euro. Il prezzo complessivo potrebbe diminuire, di poco, solo se all'espresso casalingo sostituissimo la miscela tradizionale preparata con la moka (10 centesimi a tazzina) e spenderemmo in tutto circa 880 euro l'anno. In altre parole, se il caffè rende nervosi, è anche per l'effetto che ha sulle nostre finanze.
Spesa in un anno: 935 euro

Cibo e sovralimentazione

Il mangiare non può essere considerata una cattiva abitudine in sé. Ma anche il cibo, naturalmente, può avere dei costi particolarmente elevati, specie per chi ama la buona tavola. Chi, ad esempio, sceglie di andare a cena in un ristorante almeno due volte a settimana sa che non spenderà nel complesso meno di 40 euro, perché un buon menu che comprende primo, secondo, contorno e bevande in Italia costa mediamente 20 euro. La spesa totale in un anno di chi vuole mangiar bene? 2080 euro.
Tuttavia, sia nel nostro che in altri paesi occidentali, i costi più alti che riguardano il cibo sono legati al fronteggiare i problemi di salute relativi alla sovralimentazione e all'obesità. In Italia ci sono circa 16 milioni di persone in sovrappeso e addirittura 5 milioni di obesi: un fenomeno che sta diventando una piaga sociale e che fa spendere ai contribuenti italiani più di 8 miliardi di euro, pari al 6,7% della spesa sanitaria nazionale. Una situazione ancora più grave si registra negli Stati Uniti in cui l'obesità costa allo Stato ben 103 miliardi di euro e dove, secondo uno studio della Cornell University, il sovrappeso è anche causa di discriminazioni sul lavoro e di riduzioni di stipendio, in particolare tra le donne.
Spesa in un anno: 2.080 euro 

Bere alcolici

Anche se non è il paese dove si "alza il gomito" più spesso, l'Italia è una terra dove il consumo di alcol è piuttosto elevato. Secondo i dati Istat, circa il 70% della popolazione fa uso di bevande alcoliche almeno una volta l'anno e quasi un italiano su tre lo fa tutti i giorni. L'alcolico preferito dagli abitanti del Belpaese è il vino: si consumano in media 40 litri a testa all'anno. Quanto costa? Poniamo il caso di una persona che ne beva almeno un bicchiere al giorno. In una settimana ne consumerà quindi circa due bottiglie, ciascuna delle quali ha un prezzo medio in un supermercato di 4 euro: la sua spesa complessiva in 365 giorni sarà di 416 euro. E veniamo alla birra, la seconda bevanda alcolica più amata dagli italiani che ne bevono in media 18 litri all'anno. Se si ipotizza che un consumatore affezionato sorseggi a settimana almeno una bottiglia in casa o al bar (33 centilitri, 2 euro) e una pinta in un pub (circa mezzo litro) al costo medio di 4,50 euro, ne uscirà fuori che il suo consumo complessivo in 365 giorni sarà di 338 euro. Infine, ci sono i superalcolici, che pur essendo un po' meno richiesti costano in proporzione di più. Per esempio, chi esce con gli amici nel weekend e prende un aperitivo a base di superalcolici paga in media 7 euro a drink. Se lo fa almeno una volta ogni fine settimana spenderà in un anno 364 euro. Facendo il totale, tra vino, birra e superalcolici vari, il prezzo annuo che ogni italiano paga per fare uso di alcolici è di 1.118 euro. Se si aggiunge anche un amaro all'anno (2 euro) si raggiunge la cifra tonda: 1.120 euro. Una somma senza dubbio alta ma assolutamente irrisoria se paragonata alle spese e ai danni sociali causati dall'abuso di alcol (malattie, incidenti stradali, morti premature, assenteismo, disoccupazione...), un valore che in Italia sarebbe pari a 2,5-3 punti di Pil: quasi 48 miliardi di euro.
Spesa in un anno: 1.120 euro

Lotterie e giochi d'azzardo

Tentare la fortuna può costare una fortuna, specialmente in Italia. Tra gratta e vinci, lotto, superenalotto, scommesse sportive, poker online e altri giochi d'azzardo, ogni italiano "investe" circa 900 euro all'anno: la dimostrazione lampante che soprattutto in tempi di crisi economica puntare sulla dea bendata viene percepito come l'occasione migliore e più accessibile per poter cambiare la propria vita. Nella classifica mondiale della spesa annua pro capite destinata ai giochi il nostro paese si piazza al quinto posto e il giro d'affari complessivo dei giochi gestiti direttamente dallo Stato è arrivato nel 2009 a oltre 53 miliardi di euro. Esclusi i più fortunati, quindi, le somme consumate sono ben più alte delle vincite che si possono realizzare. Per esempio, anche ponendo il caso di una frequenza minima di gioco - due sole giocate a settimana di 3 euro ciascuna — nel giro di 365 giorni un giocatore vedrebbe il suo portafogli alleggerito di circa 310 euro. Giocare d'azzardo quindi non è solo uno svago. E quando diventa un vizio produce dei costi che non riguardano soltanto il budget delle persone coinvolte direttamente. Vanno valutate infatti anche le spese che tutta la società deve sostenere per gestire la terapia, l'assistenza sanitaria e il recupero di chi finisce vittima di una vera e propria dipendenza psicologica.
Spesa in un anno: 900 euro

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