La Campania ha tante di quelle ecoballe, che mettendole una dietro l’altra si potrebbe costruire un’autostrada di rifiuti che da Napoli arriverebbe fino ad Oslo. È un altro triste record della regione famosa per le emergenze rifiuti. Infatti, è proprio dalla prima emergenza risalente al 2001, che le ecoballe non sono state smaltite e continuano a crescere.
Per smaltire le ecoballe in Campania bisognerebbe realizzare un piano industriale, che al momento è assente. È quanto sottolineato da Gaetano Pecorella, presidente della Commissione di inchiesta sugli illeciti connessi al ciclo di rifiuti, che ieri ha visitato alcuni siti di stoccaggio presenti sul territorio campano insieme all’onorevole Paolo Russo.
Più che ecoballe sono piramidi di rifiuti dell’altezza di 10–12 metri, coperte da teli neri, che ergono vere e proprie città della spazzatura. Per smaltirle bisognerebbe costruire un apposito impianto, secondo le dichiarazioni di Pecorella, ma nessuna procedura progettuale è stata avviata.
Il costo di stoccaggio delle ecoballe è anche molto alto. La prima ecoballa fu depositata in Campania nel 2001 durante la prima emergenza rifiuti fino ad oggi è costata 40 euro, se oggi i circa 5 milioni e 580 mila che sono state stoccate fino al 2008 dovessero rimanere a terra per lo stesso periodo, ovvero circa 11 anni, il costo ammonterebbe a più di 240 milioni di euro.
I siti di stoccaggio in tutta la regione sono circa una trentina, secondo quanto riportato dall’onorevole Paolo Russo, membro della commissione parlamentare di inchiesta connessi al ciclo dei rifiuti, che ha effettuato i sopralluoghi insieme a Gaetano Pecorella. Russo ha dichiarato dopo i sopralluoghi che se si riuscisse a smaltirle tutte, si formerebbe una fila di tir lunga da Napoli fino a Oslo.
vesuvius.it
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