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domenica 22 aprile 2012

Quanto costa farsi ibernare?

L’avvocato Vitto Claut è nato a Montereale Valcellina, vive a Pordenone, ha due studi legali, uno in città e uno a Udine, è single, senza figli, ha 57 anni e vorrebbe viverne almeno altri trecento...
È per questo che un mese fa ha firmato un contratto con l’Alcor Life Extension Foundation di Scottsdale, Arizona - il più importante centro di criogenesi del mondo - per essere ibernato dopo la morte. È il primo italiano a farlo, e l’unico finora. 

Nell’estate del 2003 l’avvocato Vitto Claut vola in Arizona e si ferma una settimana alla Alcor per un sopralluogo: «Molto gentili, mi hanno spiegato le procedure, i termini del contratto e fatto visitare il centro: in quel momento si trovavano ibernate sessanta persone, oggi sono più di cento, tra i quali personaggi famosi: lo psicologo James Bedford, il primo uomo a essere criogenizzato, nel ’67, e poi senatori, industriali, il campione di baseball Ted Williams...Mi sono preso un anno per decidere. Ho voluto sapere tutto, studiarmi ogni clausola del contratto, capire le conseguenze giuridiche per quanto riguarda i beni personali in Italia, che andranno ai miei eredi mentre io semplicemente pago una rata annuale perché la Alcor dopo morto mi tenga ibernato nei suoi laboratori fino a quando si troverà il metodo di riportarmi in vita. Quando mi è stato tutto chiaro, sono tornato in America e ho firmato. Naturalmente dopo aver fatto tutte le visite mediche di rito, per via dell’assicurazione».
Assicurazione, esatto. Perché la Alcor non accetta clienti affetti da Aids, o malati terminali o comunque con una prospettiva di vita troppo breve. Perché la Fondazione possa disporre del denaro necessario a mantenersi, occorre che i soci paghino, da vivi, un certo numero di quote. Ogni anno si paga una rata di 3.600 dollari, fino a un totale di 175 mila dollari che è il costo complessivo per il mantenimento del corpo ibernato all’interno del centro. Per la testa soltanto, un po’ meno, perchè la Alcor offre anche la possibilità (a prezzi decisamente più contenuti: 80 mila dollari) della «neurosospensione». A essere ibernata cioè è solo la testa, l’unico organo, a pensarci bene, davvero insostituibile, perché quando ci si risveglierà - se ci si risveglierà - la scienza avrà trovato il modo di innestare il cervello in un nuovo corpo.
A oggi, sono già un centinaio i «pazienti» conservati sotto zero all’interno della Alcor in attesa di risorgere e circa 800 le persone in lista di attesa per essere sottoposte al trattamento al momento della loro morte. Per farlo, però, hanno solo sei ore di tempo.
In attesa del trapasso, della certificazione medica di morte avvenuta, poi della sostituzione del sangue con glicerina, del raffreddamento progressivo del corpo, infine dell’incapsulamento, avvolto in un foglio metallico e a testa in giù in un contenitore blindato che viene portato a 200 gradi sotto zero.

ilgiornale.it
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