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Quanto costa un blindato Lince?

Iveco LMV, Light Multirole Vehicle meglio conosciuto come Lince è un mezzo blindato leggero di nuova generazione prodotto da Iveco Defence Vehicles di Bolzano.

Quanto costa la Smart Elettrica?

La Smart elettrica debutta sul mercato. Dopo la sperimentazione in diverse città italiane, la citycar Mercedes a batterie è ordinabile come tutte le altre varianti.

Quanto costa il Giro del Mondo?

E ‘difficile dare una stima esatta di quanto costa un Giro del Mondo. La domanda importante è: che tipo di viaggio si desidera fare e per quanto tempo?

Quanto costa Segway i2?

E' americano e realizzato con le migliori tecnologie esistenti e colpisce sia tecnicamente, che per la sua semplicita' d'utilizzo.

AltroConsumo.it

Altroconsumo è un'associazione di consumatori, la prima e la più diffusa in Italia con i suoi 345.000 Soci. Indipendente e senza fini di lucro ha tutela dei consumatori.

Quanto costa una ragazza Top?

Questa è la triste realtà raccontata da uno di voi. Una riflessione misurata sulla condizione di inferiorità maschile e sulle conseguenze economiche da essa derivate.

Quanto costa un lancio in Tandem?

Il metodo più semplice, veloce e sicuro per avvicinarsi al mondo del paracadutismo sportivo è il lancio in tandem, ovvero saltare da 4200 metri saldamente imbragato ad un istruttore senza bisogno di corsi particolari o visite mediche.

Quanto costa una cena con Barack Obama?

Se trovate nella vostra casella mail l’invito “Vieni a cena da me”, mittente: “Barack Obama,” non preoccupatevi, non è un virus.

Preventivo24.it

Costruzione? Ristrutturazione? Risparmia con noi sui tuoi lavori di casa. Metti il tuo lavoro all'asta su miorisparmio.it

Quanto costa una stella?

Una delle idee più originali, e mai fuori moda, è regalare una stella. Grazie alla tecnologia e alla diffusione di internet oggi è molto facile accaparrarsi la stella prescelta.

giovedì 31 maggio 2012

Quanto costa un trattamento Reiki?


Il termine giapponese Reiki definisce l’unione dell’energia pura dell’universo (Rei) all’energia vitale del singolo individuo (Ki) tramite il canale neutro costituito dall’operatore. Quando si riceve un trattamento Reiki, non si paga per ricevere l’energia dell’universo che giunge a nutrirci ed a riconnetterci con noi stessi. L’energia, infatti, è qualcosa di non commerciabile, non quantificabile, è qualcosa di fluido, che scorre, e che è in principio accessibile a tutti.Ciò che distingue l’operatore Reiki dal singolo individuo, è che il singolo individuo non ha studiato le tecniche, le metodiche e i principi che consentono di praticare un trattamento e non ha ricevuto le necessarie attivazioni, mentre l’operatore Reiki è quella persona che ha dedicato tempo (molto tempo, i Master Reiki seri richiedono che intercorra almeno un anno di praticantato tra l’acquisizione del I e del II livello, e molto di più prima dell’acquisizione del III livello), impegno, dedizione, concentrazione, e, non ultimo, denaro (partecipare ai corsi di Reiki ha un suo costo) per poter apprendere come canalizzare al meglio questa energia universale in cui tutti viviamo immersi, restando un canale neutro.Il compenso che paghiamo quando ci sottoponiamo ad un trattamento Reiki è quindi un compenso per il tempo, la pazienza, l’ascolto, la professionalità e la preparazione dell’operatore che effettua il trattamento. Chiarito questo, rimane la questione di quanto debba\possa costare un singolo trattamento.Il costo per un singolo trattamento  varia in media dai 30 ai 60 euro per un trattamento di un’ora circa.

cure-naturali.



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mercoledì 30 maggio 2012

Quanto costa la nuova Punto Abarth?

Ecco la nuova Punto Supersport che va ad arricchire la gamma Punto by Abarth e ne rafforza la spiccata personalità garantendo la giusta adrenalina tipica del marchio dello Scorpione sia pure con una particolare caratterizzazione di design e stile. Per la prima volta, la Punto è equipaggiata con un "upgrade" di potenza a 180 cv di serie e la nuova verniciatura nero opaco per il tetto e il cofano, impreziosita dalla "banda passante" in grigio che la rendono esteticamente più ricercata e accattivante. In questo modo, la nuova versione si colloca ai vertici dell'offerta Abarth Punto 2012, in termini di prestazioni e caratterizzazione. La Abarth Punto Supersport è, infatti, equipaggiata con un motore 1400 cc con tecnologia MultiAir da 180 cv a 5750 giri. Un "upgrade" importante, che porta le prestazioni su strada della vettura a una velocità massima di oltre 216 kmh e una accelerazione da 0 a 100 kmh di appena 7,5 secondi. La nuova versione dimostra personalità e carattere al primo sguardo. Nata come derivazione di serie della Abarth Specialty Punto Scorpione, è caratterizzata dalla carrozzeria ''Grigio Campovolo'' arricchita da una speciale verniciatura nero opaco per cofano e tetto, sulla quale è applicato uno sticker "banda passante" in Grigio Campovolo. Una particolare personalizzazione che è eseguita direttamente nelle Officine Abarth di Mirafiori a Torino, seguendo un concetto di "tailor made" della vettura. A completare questo nuovo design, i cerchi 17'' in lega diamantata a 5 "chele" con verniciatura interna nera opaca e pinze freno rosse sottolineano ancora una volta il carattere sportivo della vettura. I dischi freno anteriori autoventilati e posteriori pieni ne garantiscono massima performance di frenata. Anche gli interni della nuova Punto Supersport sono ricchi di particolari esclusivi oltre che di una completa e ricca dotazione. Sono di serie, infatti, il climatizzatore automatico, il sistema Blue&Me con comandi al volante, i sedili anteriori sportivi in tessuto e volante in pelle. Dettagli come la pedaliera e il batticalcagno in inox, sovratappeti in agugliato con grafica riportata in elettrosaldatura e targhetta effetto cromo su mobiletto clima ne completano la personalizzazione. La nuova Punto Supersport è proposta ad un prezzo di 21.900 euro

motori24.ilsole24ore
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lunedì 28 maggio 2012

Quanto costa assomigliare a Belen Rodriguez e George Clooney?

Labbra rifatte, una seduta di botulino per appianare una ruga, una ritoccata agli zigomi per essere più simile al proprio idolo televisivo. Tutto questo costa, agli italiani, fino a 2000 euro l'anno.
Questa è la cifra spesa in media da coloro che ricorrono a trattamenti di bellezza. 
Al 33esimo congresso nazionale aperto a Roma, la Società italiana di medicina estetica ha presentato i dati di un'indagine sui pazienti che frequentano studi medici per migliorare il proprio aspetto. 
Leader della classifica tra gli ideali di bellezza di uomini e donne conquistano il podio George Clooney e Belen Rodriguez.
Tra i modelli maschili, dopo Clooney, considerato esempio di bellezza dal 57% degli intervistati, c'è Barack Obama, il presidente degli Stati Uniti che, con un 2% in più, supera nella classifica l'affascinante showman nazionale, Fiorello, fermo al 16%. 
Per le donne, invece, se la showgirl argentina conquista il primo posto con un bel 35%, a distanza rispettivamente di 9 e 13 punti percentuali la seguono a ruota la ex premiére dame francese, Madame Carla Bruni e la comica e prima donna di Zelig, Paola Cortellesi.
L'indagine, oltre ad aver chiesto a quali personaggi si vuole somigliare, si è soffermata su quanto in media gli italiani sono disposti a spendere per rincorrere l'immagine ritenuta perfetta. 
La maggior parte dei pazienti, il 38%, ha dichiarato di riservare dai 500 ai 1000 euro l'anno a trattamenti per migliorare il proprio aspetto, ma un'altra buona parte degli intervistati afferma di spingersi fino ai 2000 euro annuali.
Per fortuna sono ancora pochi, solo l'1%, quelli che ammettono di andare oltre queste cifre. Gli irrefrenabili seguaci della bellezza perfetta arrivano a spendere, per trattamenti di medicina estetica, fino a 5000 euro l'anno.

tgcom24
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domenica 27 maggio 2012

Quanto costa la tessera sanitaria europea?

In base alle regole dell’Unione Europea sul coordinamento in campo dell’assistenza sanitaria, la tessera europea di assicurazione malattia permette di accedere alle cure nella sanità pubblica del Paese in cui si viaggia, in caso di infortunio. Occorre richiederla alla propria assicurazione sanitaria prima di partire.La tessera europea di assicurazione malattia copre il possessore durante brevi soggiorni in qualsiasi Paese tra i 27 membri dell’Unione Europea e anche in Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera, ad esempio quando si va in vacanza, in viaggio di lavoro, o viaggio studio. Non si tratta di un’assicurazione supplementare, ma è la prova che si è assicurati, che si possiede una copertura in qualsiasi Paese.
La tessera è gratuita e deve essere emessa dall’assicuratore sanitario. In alcuni Paesi la tessera europea di assicurazione malattia è associata alla tessera sanitaria nazionale. In altri Paesi, occorre chiederla separatamente.
La tessera europea non sempre assicura cure gratuite. Garantisce semplicemente la stessa assistenza di chi vive nel Paese in cui ci si reca. Quindi in base alle regole di ciascun Paese, è possibile che si debba pagare. In caso di cure a pagamento all’estero, occorre chiedere il rimborso nel Paese in questione. Se non potete farlo durante il vostro soggiorno, potete chiedere il rimborso nel Paese dove siete assicurati, al vostro ritorno”.

euronews
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sabato 26 maggio 2012

Quanto costa coltivare ortaggi?

Sono oltre un milione gli italiani che fuori dal proprio lavoro ufficiale si trasformano come il cantante Sting in coltivatori per hobby in campagna su appezzamenti di terreno che hanno in media 1 ettaro di superficie in cui coltivano ortaggi, frutta ed anche vino o olio. Lo afferma la Coldiretti, sulla base di un’analisi di vita in campagna, nel sottolineare che a spingere questa tendenza favorita dalla crisi è spesso la ricerca di tranquillità a contatto con la natura e il bisogno di concretezza rispetto ai normali ritmi di vita. 
Un’attività - sottolinea la Coldiretti - scelta da molti come misura antistress, per passione, per gratificazione personale, per garantirsi qualità e sicurezza del cibo che si portano in tavola o anche solo per risparmiare. Non è quest’ultimo certo il caso del numero crescente di personalità che trova nella campagna un modo per rilassarsi senza però rinunciare a fare business come nel vino hanno fatto Antonio Banderas Carole Bouquet, Gerard Depardieu, Sting, Brad Pitt, Bono, Mike Hucknell e Francis Ford Coppola.
L’interesse sta contagiando anche il mondo dello sport con il rugbista Andrea Lo Cicero che ha appena annunciato l’intenzione di avviare un allevamento di asini, mentre Paolo Rossi è un affermato produttore di vino come Francesco Moser e nella moda Renzo Rosso è da tempo proprietario della diesel farm a Marostica in Veneto dove produce chardonnay.
Una riscoperta che coinvolge anche i giovani che nella pausa estiva degli studi si recano in impegnano nelle campagna di raccolta di frutta, olive o nella vendemmia. Per molti giovani - sottolinea la Coldiretti - lavorare nei campi significa prendere contatto con il mondo del lavoro e sostenere i propri studi in un momento di difficoltà economica. Si stima che - precisa la Coldiretti - 200.000 giovani hanno trascorso la scorsa estate nei campi dove a far crescere la loro presenza è stata anche la possibilità di utilizzare i voucher (dal 1 giugno, per i ragazzi dai 16 ai 25 anni di età, regolarmente iscritti ad un ciclo di studi) che, purtroppo, la riforma del lavoro in discussione rischia di cancellare.
Chi non ha la possibilità di disporre di una ampio appezzamento di terreno in campagna si accontenta dell’orto o del terrazzo dove  un italiano su quattro si cimenta oltre che nella tradizionale cura dei vasi di fiori, nella coltivazione “fai da te” di lattughe, pomodori, piante aromatiche, peperoncini, zucchine, melanzane, ma anche di piselli, fagioli fave e ceci da raccogliere all'occorrenza.
Un’opportunità non solo per chi dispone di ampi spazi all’aria aperta ma - precisa la Coldiretti - anche di semplici terrazzi grazie all' ampia offerta di piante adatte alla coltivazione in vaso. Ad essere coltivate non sono solo erbe aromatiche (73%) e i fiori (73%), ma anche ortaggi e frutta (39%). Per gli appassionati di orto in terrazzo  le varietà disponibili al vivaio sono tantissime e tra le novità quest’anno oltre ai peperoncini piccanti dalle mille forme ci sono anche tantissimi legumi come piselli, fagioli, fave e ceci. Si tratta in alcuni casi di varietà ottenute naturalmente attraverso incroci naturali, mentre altre volte si tratta di normali prodotti dell'orto che si adattano a crescere anche in spazi ridotti come i vasi.
Il costo: per realizzare un orto in giardino, secondo Coldiretti, ha una spesa contenuta. Tra terra, piantine o semi, concime e strumenti di lavoro, l’investimento si può stimare intorno ai 250 euro per un orto di 20 metri quadrati “chiavi in mano”. 


winenews
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venerdì 25 maggio 2012

Quanto costa un giro nel vulcano?

Se Amelia della Disney risulta essere, anche per voi, l’unico personaggio in grado di avvicinarsi così tanto a un vulcano, da oggi dovete rivedere le vostre posizioni: in Islanda i visitatori possono calarsi all’interno un vulcano.
A 30 minuti da Reykjavik c’è il vulcano Thrihnukagigur, inattivo da 3.000 anni circa anche se, secondo gli esperti, potrebbe risvegliarsi.
Dal 15 giugno al 31 luglio sono aperte le spedizioni che permetteranno ai visitatori di entrare al suo interno. Il primo accesso è datato 2011.MA QUANTO COSTA? – Il ticket costa intorno alle 180 sterline, una parte sarà devoluta alla ricerca vulcanica del paese. Gli esploratori devono munirsi di scarpe da trekking, acqua, abbigliamento comodo e ovviamente una macchina fotografica!

giornalettismo.com


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giovedì 24 maggio 2012

Quanto costa la 500 Abarth Limited Edition Maserati?

Un modello super esclusivo di una convertibile con motore 1.4 Turbo T-Jet 16v da 180 CV abbinato al cambio Abarth Competizione.
Per quanto "super esclusivo" come dicono al Gruppo Fiat il prezzo è da brivido: circa 40 mila euro. La macchina però sarà prodotta in solo 499 esemplari ed è la seconda tappa della collaborazione - dopo quella di tre anni fa con Ferrari - con il mondo delle supercar.
"La nuova 695 Edizione Maserati - spiegano infatti all'Abarth - presenta peculiarità estetiche e specifiche tecniche particolari, realizzate dai tecnici Abarth per Maserati. Ad iniziare dal propulsore 1.4 Turbo T-Jet 16v potenziato a 180 CV abbinato al cambio Abarth Competizione meccanico elettroattuato con comandi al voltante, che esalta le prestazioni del motore con ridotti tempi di cambiata ed allo stesso tempo garantisce un'esperienza di guida superiore in termini di comfort. Sempre per migliorare le performance, in particolare l'accelerazione, la vettura monta pneumatici prestazionali su cerchi in lega da 17'', con design specifico "Neptune" di ispirazione Maserati. Inoltre, assetto e impianto frenante sono stati potenziati per risultare adeguati: dischi freno scomponibili (diametro 305 mm) con pinza fissa a quattro pistoncini di colore grigio, entrambi prodotti da in totale sicurezza".
Il colore è lo stesso Bordeaux Pontevecchio delle Maserati, mentre la dotazione propone di tutto, compreso un impianto audio Hi-Fi potenziato JBL con 9 speaker, amplificatore ad 8 canali per 400 watt di potenza complessiva...

repubblica.it
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mercoledì 23 maggio 2012

Quanto costa una pizza e birra?

Indagine Adoc sul mondo della pizza, prodotto amatissimo dai consumatori italiani e stranieri. “Un amore che, purtroppo, costa caro. Difatti- spiega Adoc in una nota- un menu medio composto da una pizza, un fritto e una birra costa 14 euro, il 3% in piu’ dello scorso anno. Non e’ tanto la pizza a registrare i rincari maggiori, dato che in media il prezzo e’ cresciuto dell’1,56%, quanto i fritti, aumentati in media del 10% e la birra, che segna un rincaro medio del 2,3%”.
Tra i fritti, specifica la nota, “a farla da padrone e’ il fiore di zucca, il cui costo medio e’ aumentato di 50 centesimi, il 33% in piu’ del 2011. Anche le olive ascolane (+14,2%), le patatine fritte (+14,2%) e il suppli’ (+9%) segnano rincari record”. Per quanto riguarda le birre, “una chiara media costa il 2% in piu’ dello scorso anno mentre una birra estera in bottiglia ha subito un aumento del 5,6%. Impietoso il confronto con il resto d’Europa. Da noi una pinta costa in media il 43,6% in piu’ della media europea, rispetto alla Germania la differenza e’ dell’88%, da noi costa il doppio che in Francia, il triplo che in Repubblica Ceca, il 25% in piu’ che in Gran Bretagna. Ma il dato piu’ preoccupante e’ il confronto con il 2001″.
Secondo l’Adoc “dall’introduzione dell’euro a oggi il costo di una margherita e’ piu’ che raddoppiato, dieci anni fa costava appena 2,60 euro, contro i 5 euro attuali. Una birra chiara media e’ aumentata del 49,2%, un suppli’ addirittura del 115,6%. Una mazzata che penalizza duramente soprattutto i giovani e le famiglie a medio-basso reddito, che puntano sulla classica accoppiata ‘fritti e pizza’ per uscire qualche sera l’anno”.

giornalettismo.com


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martedì 22 maggio 2012

Quanto costa Facebook?

Facebook scalda i motori dell’Ipo: al tanto atteso sbarco in Borsa manca ormai poco.
Venerdi’ 18 maggio dovrebbe essere il giorno dell’esordio al Nasdaq con il simbolo FB. E gli occhi sono tutti puntati su quella che si appresta essere la maggiore Ipo internet della storia americana e sul suo amministratore delegato, Mark Zuckerberg, che il prossimo 15 maggio compira’ 28 anni e si trovera’ alla guida di un colosso che vale piu’ di McDonald’s o Goldman Sachs.
Gli analisti passano al setaccio i conti e le attivita’ di Facebook per valutarne il reale valore e per stabilire se le indicazioni offerte dal social network nei documenti depositati alla Sec e nelle presentazioni agli analisti riflettono la realta’. A far discutere e’ soprattutto il prezzo fissato, 28-35 dollari per azione, da alcuni ritenuto eccessivo. A 35 dollari per azione, infatti, Facebook sara’ valutata ’70 volte gli utili per azione previsti a 50 cent per il 2012 e 18 volte i ricavi stimati’, afferma il magazine Barron’s. ‘Facebook e’ una delle migliori societa’ dei nostri tempi, ma questo non significa che sia uno dei migliori titoli’, mette in evidenza Dan Niles, di AlphaOne Capital Market. Gli analisti sono divisi anche sull’andamento della domanda dell’Ipo: secondo le indiscrezioni della Reuters, la domanda e’ gia’ superiore all’offerta. Secondo le stime di Bloomberg e’ debole. La sfida maggiore per Facebook – punto sul quale tutti gli osservatori sono d’accordo – e’ come monitizzare i suoi 900 milioni di utenti.
L’attenzione e’ alta anche su Zuckerberg che, per la prima volta, si trovera’ con l’Ipo a essere giudicato in tempo reale in un mercato, come sanno bene gli tutti gli altri amministratori delegati, che non risparmia nessuno. E una conferma gli e’ gia’ arrivata dalle critiche ricevute nei giorni scorsi per il suo abbigliamento casual per incontrare Wall Street. L’obiettivo di Zuckerberg – riporta il New York Times – e’ quello di essere un amministratore delegato di lungo periodo. Un obiettivo al quale sta lavorando, cosciente – secondo quanto riferito dai dipendenti Facebook – dei propri limiti. Con la quotazione, la quota di Zuckerberg in Facebook avra’ un valore di 18,7 miliardi di dollari.

giornalettismo.com
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lunedì 21 maggio 2012

Quanto costa l'uscita della Grecia dall'euro?

ACROPOLI ADDIO – I giorni della Grecia nell’eurozona sono contati, almeno osservando l’opinione dei più influenti media tedeschi. Der Spiegel e Frankfurter Allgemeine Zeitung si schierano, più o meno apertamente, per la cacciata degli ellenici dalla moneta unica. La fuoriuscita della Grecia sarebbe per il settimanale anseatico l’unica speranza per risolvere la crisi ellenica, ed evitare il dissanguamento della casse pubbliche tedesche per far rimanere nella moneta un paese che non è più in grado di farlo, sempre che lo sia mai stato. Der Spiegel è il più venduto settimanale tedesco, e dopo esser stata la testata principale del giornalismo progressista, si è da tempo riposizionata su schemi liberali. Durante la crisi dell’euro Der Spiegel ha appoggiato la gestione di Angela Merkel, ma ora chiede alla Cancelliera di fare un passo in più: mandare la Grecia fuori dall’euro.
La fuoriuscita dall’euro non sarebbe però indolore, tanto per la Grecia quanto per l’Unione Europea, visto che il paese ellenico rimarrebbe comunque all’interno della Ue. Per Der Spiegel, che cita fonti del ministero delle Finanze tedesco, l’addio alla Grecia, il Grexit come viene soprannominato a Bruxelles, costerebbe 276 miliardi di euro, dei quali 77 sarebbero pagati dalla Germania.
Frankfurter Allegemeine Zeitung è invece da sempre il quotidiano di riferimento della Cdu, il partito di Angela Merkel. Il quotidiano di Francoforte ha pubblicato nella sua edizione domenicale un lungo approfondimento dedicato all’uscita della Grecia dall’euro, palesando i benefici di questa soluzione. “I prestiti comunitari alla Grecia sono un mezzo perché il paese ellenico si aiuti da solo. Se però i patti non saranno rispettati, allora questo principio decadrà. In questo caso anche il finanziamento delle banche greche attraverso l’eurosistema non sarebbe più possibile”. E’ stato questo l’avvertimento di Jens Weidmann, il presidente della Bundesbank, lanciato ai politici greci che non vogliono rispettare il memorandum concordato con la Troika. Il presidente di uno dei maggiori istituti economici tedeschi, il responsabile dell’Ifo Hans-Werner Sinn, rimarca come la Grecia non sarà in grado di recuperare competitività se rimanesse nell’euro. “La loro crisi non finirà mai se rimarranno nella moneta unica. I prezzi e i salari greci devono cadere ancora del 40% per essere competitivi con quelli turchi, e con l’euro questa svalutazione non potrà accadere ancora per molto, troppo tempo”.

giornalettismo.com

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domenica 20 maggio 2012

Quanto costa avere un tumore?

Avere un cancro in Italia costa molto: in media 34mila euro l’anno per ogni paziente. Nel complesso, il costo sociale totale relativo ai circa 960 mila italiani che hanno avuto una diagnosi di tumore negli ultimi 5 anni e alle 776 mila persone che se ne prendono cura in modo totale o parziale (e che spesso sono suoi familiari) è pari a 36,4 miliardi di euro annui. 
Sono cifre decisamente alte quelle emerse dal quarto rapporto sulla condizione assistenziale dei malati oncologici, realizzato dal Censis in collaborazione con la Favo (Federazione italiana delle associazioni di volontariato in oncologia) e presentato in occasione della giornata nazionale del malato oncologico. L’indagine condotta su 1.055 pazienti ha dato vita, grazie anche al contributo di Federsanità Anci, Inps, Ministero della Salute e Istituto tumori di Milano, alla pubblicazione intitolata proprio “Gli elevati costi sociali del tumore”. 
Secondo il nuovo rapporto, sono oltre 2,2 milioni le persone che hanno avuto una diagnosi di tumore nella loro vita e, di queste, 960 mila circa negli ultimi cinque anni. Mentre sono 776 mila le persone che hanno un cosiddetto caregiver, una persona di riferimento che si prende cura di loro, che in 8 casi su 10 è un familiare. Ognuna di queste persone deve andare dal medico, magari spostandosi da una città a un’altra, prendere farmaci (che di solito sono molto costosi), assumere una badante. Spesso dovendo smettere di lavorare. La domanda che ci si è posti è: quanto vale tutto questo in termini economici?
Il calcolo è stato fatto sommando costi diretti e indiretti. Nella prima categoria rientrano i costi di tipo medico, ad esempio per le visite specialistiche o i farmaci, ma anche quelli di tipo non medico come i trasporti. Nella seconda categoria invece rientrano i redditi da lavoro mancati per assenze forzate o per la cessazione della propria attività lavorativa (in sostanza, quello che avrei potuto guadagnare se non mi fossi ammalato), ma anche i servizi in natura forniti dai caregiver . I risultati sono quelli che abbiamo ricordato: 36,4 miliardi di euro spesi ogni anno. D’altro canto, i sussidi per i malati di tumore ammontano complessivamente a 1, 1 miliardi di euro, pari a poco più del 3% del costo sociale totale. Una situazione che il rapporto del Censis riassume così: meno redditi, più costi. Sarà per questo che il 77,3% degli intervistati afferma di considerare di buon livello i servizi sanitari forniti, mentre vengono giudicate insufficienti l'assistenza domiciliare e le tutele economiche.
Ma durante la presentazione del rapporto è emerso un altro grande problema: l’accesso al trattamento non sarebbe uguale in tutte le regioni italiane. Secondo la denuncia avanzata dalla Favo, esistono ancora nel Paese diversità di accesso ai «nuovi» farmaci antitumorali tra le Regioni, dovute a differenti meccanismi di valutazione per l’inserimento nei prontuari terapeutici regionali. Oggi – dicono alla Favo - solo in quattro Regioni (Lombardia, Piemonte, Friuli Venezia-Giulia e Marche) e nella Provincia autonoma di Bolzano vengono recepite immediatamente le indicazioni dell`Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco). In tutte le altre, dotate di un proprio prontuario, i farmaci «nuovi» non vengono resi disponibili ai malati fino a quando, e solo se, vengono esaminati e approvati anche da Commissioni tecnico-scientifiche regionali. “Insieme all`Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) e alla Società Italiana di Ematologia (Sie) abbiamo inviato una lettera al Ministro della Salute Renato Balduzzi per evidenziare questa situazione preoccupante” spiega Francesco De Lorenzo, presidente della Favo. 
Il problema è che i farmaci antitumorali sono particolarmente costosi a fronte di un beneficio limitato, ad esempio una sopravvivenza di alcuni mesi. “Alcune regioni – spiega Maurizio D’Incalci, direttore del dipartimento di oncologia dell’Istituto Mario Negri di Milano - possono seguire un criterio più stretto nella valutazione costi/benefici. Questo rende più difficile l’inserimento di un farmaco nel prontuario. A mio parere però ci dovrebbe essere un criterio nazionale: se l’Aifa decide che il farmaco è rimborsabile, il farmaco dovrebbe essere disponibile su tutto il territorio nazionale. Anche perché accade che il paziente si sposti in un’altra regione per ottenerlo e la regione di provenienza alla fine deve comunque pagare”.

unita.it
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sabato 19 maggio 2012

Quanto costa ricostruire Manhattan dopo un attacco alieno?

Nei film gli eroi trionfano sempre dopo mille peripezie, ma nessuno ha mai fatto vedere il dietro le quinte, ovvero il lavoro che andrebbe fatto dopo che la città in cui è avvenuto l'attacco va rimessa in sesto.
Ci vuole un preventivo e una valutazione dei danni, per cui Hollywood reporter ha deciso di contattare degli esperti e chiedere loro nello specifico l'ammontare dei danni che Manhattan avrebbe subito nello scontro finale tra alieni e Avengers.
Così si sono rivolti alla Kinetic analysis corp. società specializzata nel preventivare l'entità dei disastri e la successiva ricostruzione.
Due analisti della KEC hanno così realizzato un modello virtuale dei danni causati sull'isola:
Per quanto riguarda i palazzi nella zona di East Midtwon, si tratta di danni strutturali non di grandissima rilevanza a due dozzine di palazzi, più che altro collegati al danneggiamento di facciate, finestre e interni. I danni più costosi sono relativi ai palazzi con il tetto distrutto, in quanto richiedono molto tempo e manodopera.
A questo si aggiungono la quantità di mezzi, ponti e strade distrutte.
Molto più grave è la devastazione della Grand central station: "i danni alla stazione possono essere altamente distruttivi, in quanto collegati a quelli arrecati alla metropolitana sottostante", dicono gli esperti della KEC, aggiungendo che "malgrado questo tipo di danneggiamento sia improbabile, come dimostrato durante la tragedia dell'11 settembre, il crollo di un palazzo può avere effetti su altre strutture al di sotto della superfice, come i condotti del gas, della corrente elettrica e le linee di comunicazione."
A livello di costi, si tratterebbe di 60-70 miliardi di dollari di danni, che richiederebbero circa 90 miliardi per la ricostruzione e l'eliminazione delle macerie, e i cadaveri stessi dei Chitauri andrebbero trattati come con gli adeguati protocolli di decontaminazione da rischio biologico.
Ovviamente senza contare le migliaia di vite perse durante lo scontro stesso.
Ma c'è un altro aspetto importante: la responsabilità: ovviamente gli alieni non staccheranno un assegno per partecipare alla ristrutturazione, per cui su chi ricadrebbe l'onere dei costi?
Secondo la KEC, la SHIELD è un'organizzazione governativa protetta dallo stato, ma avrebbero la responsabilità di non avere saputo prevedere e rispondere adeguatamente all'attacco.
Ma va considerata la presenza di due semidei come Thor e Loki, che potrebbero far classificare il disastro come un atto divino, creando così una disputa teologica e legale interminabile. E buona fortuna nell'inviare la fattura ad Asgard.
Concludono gli esperti della KEC che "paragonati agli alieni di Indipendence day, questi sono dei dilettanti, anche se l'allenza Loki/Chitauri era più interessata a dominare il mondo, mentre gli alieni di Indipendence day sembravano più interessati al pranzo."
Sicuramente la Marvel sarà in grado di aiutare: allo stato attuale, l'incasso mondiale degli Avengers ha raggiunto il miliardo di dollari e non accenna a fermarsi.


fantascienza.com

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mercoledì 16 maggio 2012

Quanto costano i privilegi dei politici?

Per gli italiani: l’estensione del ticket per gli esami specialistici ai disoccupati. «Un provvedimento che comporterebbe un aggravio per il bilancio familiare fino a centinaia di euro mensili», ha dichiarato immediatamente Walter Ricciardi, direttore dell’Osservatorio nazionale per la salute nelle Regioni italiane. Fornero ha fatto dietrofront, facendo sapere che il ticket resterà gratis, e che il «refuso» sarà cancellato con un emendamento al ddl lavoro. Potremmo discutere sulla professionalità dei tecnici, ma andiamo oltre. Perché una delle espressioni d’ordinanza del governo Monti è spending review. In italiano «revisione della spesa». Cosa verrà tagliato in concreto non è ancora dato sapere, anche se il ministro Passera ha sentenziato che «lo spazio per ridurre costi inutili c’è». E fra questi, perché no, ci sono anche le spese sanitarie per i nostri parlamentari. I quali non hanno nulla a che fare con il Servizio sanitario nazionale (che rischia di veder ridotte le proprie risorse di 17 miliardi di euro nel 2015), visto che provvedono alla loro salute attraverso un’assistenza integrativa (Asi) gestita da un Fondo di solidarietà alimentato con detrazioni mensili dalla busta paga ed estensibile anche ai familiari. Che, nel solo 2010, è costato quasi 10 milioni e 200mila euro. Ma se il fondo è autofinanziato qual è il problema? Che la quota versata ogni trenta giorni è “scalata” dallo stipendio, pagato con i soldi degli italiani.


ilpuntontc
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martedì 15 maggio 2012

Quanto costa un quadro di Amy Winehouse?

E’ stato venduto da una casa d’aste londinese 'Ladylike', dipinto firmato da Pete Doherty e la compianta cantante Amy Winehouse. Fin qui nulla di strano, se non fosse che l’opera è statarealizzata con il sangue dei due artisti. Questa particolare tecnica è stata usata più volte dal frontman dei 'The Libertines', che ama dilettarsi con la pittura.
Lo scorso febbraio, presso la Cob Gallery di Camden, a Londra, è stata allestita 'On Blood: A Portrait of the Artist', una mostra con circa quindici angoscianti opere firmate da Doherty e realizzate con il suo sangue. A quanto pare 'Ladylike', che ripercorre i contorni di un volto umano con degli schizzi di colore su uno sfondo bianco sporco, è stato iniziato dalla Winehouse e completato poi da Doherty. Non sorprende che tale dipinto sia stato quello che durante la mostra ha attirato maggiormente l’attenzione. Poi la decisione di batterlo all’asta.
"Abbiamo avuto tante richieste, ma all’inizio non avevamo intenzione di vendere nulla - ha dichiarato un portavoce della galleria a Nme -. Poi l’insistenza dei fan che volevano acquistare le opere ci ha fatto cambiare idea".
Un talento incompreso però, o semplicemente sovrastimato, dato che 'Ladylike' è stata venduto a circa 35mila steriline, 15mila in meno rispetto alla fascia minima che era stata concordata. Parte dei soldi ricavati sono statidevoluti in beneficenza alla fondazione Winehouse, fondata dai genitori della cantante britannica.

qn.quotidiano.net
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lunedì 14 maggio 2012

Quanto costa un bebè al servizio sanitario?

Non sono certo i bambini a pesare sui conti (sempre a rischio 'rosso') del servizio sanitario nazionale. Ogni piccolo in eta' pediatrica costa infatti un quarto di quanto costa un adulto, 260 euro in media contro gli oltre 1000 per curare mamme, papa', zii e soprattutto nonni. A fare i calcoli, stabilendo cosi' che i bambini costano poco alla sanita' pubblica, e' stata la Societa' italiana di pediatria (Sip), che presentera' i dati del rapporto 'Arno Bambini' al suo 68° congresso a Roma.
Secondo l'indagine, condotta dal Cineca (Consorzio interuniversitario Bologna) su oltre un milione di bambini tra 0 e 13 anni di 28 Asl italiane (di Veneto, Liguria, Toscana, Lazio, Abruzzo, Campania e Puglia), un milione di bambini, all'incirca il 13% della popolazione totale, consuma appena il 2% della spesa sanitaria complessiva. Non sara' quindi in questo ambito che si potra' andare a fare quella 'spending review' cui la sanita' partecipa con un terzo della spesa considerata 'rivedibile'.
A incidere in particolare sul 'costo' delle cure dei piu' piccoli sono i ricoveri (ordinari o in day hospital) che interessano il 6,9% dei bambini e diminuiscono con l'aumentare dell'eta', mentre la diagnosi piu' costosa e' quella legata al ricovero dei nati prematuri o con basso peso (spesa media a ricovero 5.620 euro). Il 16% dei bambini ha avuto piu' di un ricovero l'anno, e di questi l'11% dovuto a trattamenti oncologici. Quasi 6 bambini su 10 (il 57%) sono sottoposti almeno una vola durante l'anno a una prestazione specialistica, in testa le visite (42,8% dei casi) con un picco nei bebe' sotto i 12 mesi, seguite dagli esami di laboratorio (22,4%) e dalle radiografie, soprattutto per i problemi ai denti e dopo i traumi.
I ricoveri, invece sono dovuti principalmente a complicazioni conseguenti a diarrea, vomito, bronchiti e bronco polmoniti, malattie che, dice Alberto Ugazio, presidente Sip, ''possono e debbono venire curate a casa''. I dati, aggiunge, ''confermano i gravi problemi della rete pediatrica'' perche' questo tipo di ricoveri rappresentano ''ricoveri ospedalieri impropri'' la punto che ''molte Regioni non li rimborsano neppure. Una rete piu' efficace'', e la Sip presentera' nel corso del congresso una sua proposta di riorganizzazione delle cure primarie pediatriche, ''consentirebbe certamente di abbattere questo numero di ricoveri'', abbassando peraltro ancora di piu' la spesa a carico del servizio sanitario.

.ansa.it
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sabato 12 maggio 2012

Quanto costa lo stoccaggio delle ecoballe?


La Campania ha tante di quelle ecoballe, che mettendole una dietro l’altra si potrebbe costruire un’autostrada di rifiuti che da Napoli arriverebbe fino ad Oslo. È un altro triste record della regione famosa per le emergenze rifiuti. Infatti, è proprio dalla prima emergenza risalente al 2001, che le ecoballe non sono state smaltite e continuano a crescere.
Per smaltire le ecoballe in Campania bisognerebbe realizzare un piano industriale, che al momento è assente. È quanto sottolineato da Gaetano Pecorella, presidente della Commissione di inchiesta sugli illeciti connessi al ciclo di rifiuti, che ieri ha visitato alcuni siti di stoccaggio presenti sul territorio campano insieme all’onorevole Paolo Russo.
Più che ecoballe sono piramidi di rifiuti dell’altezza di 10–12 metri, coperte da teli neri, che ergono vere e proprie città della spazzatura. Per smaltirle bisognerebbe costruire un apposito impianto, secondo le dichiarazioni di Pecorella, ma nessuna procedura progettuale è stata avviata.
Il costo di stoccaggio delle ecoballe è anche molto alto. La prima ecoballa fu depositata in Campania nel 2001 durante la prima emergenza rifiuti fino ad oggi è costata 40 euro, se oggi i circa 5 milioni e  580 mila che sono state stoccate fino al 2008 dovessero rimanere a terra per lo stesso periodo, ovvero circa 11 anni, il costo ammonterebbe a più di 240 milioni di euro.
I siti di stoccaggio in tutta la regione sono circa una trentina, secondo quanto riportato dall’onorevole Paolo Russo, membro della commissione parlamentare di inchiesta connessi al ciclo dei rifiuti, che ha effettuato i sopralluoghi insieme a Gaetano Pecorella. Russo ha dichiarato dopo i sopralluoghi che se si riuscisse a smaltirle tutte, si formerebbe una fila di tir lunga da Napoli fino a Oslo.

vesuvius.it


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venerdì 11 maggio 2012

Quanto costa la visita del Papa?

Benedetto XVI si recherà in terra toscana: la “visita pastorale” coinvolgerà la diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro e la città di Arezzo.
Costo stimato 500 mila euro, di cui 90 mila dal Comune di Arezzo e 120 mila dalla Regione Toscana. Il resto lo pagheranno Governo, Provincia di Arezzo e Comuni interessati. Cioè tutti noi.
Un giardino pubblico, il Parco del Prato, appena risanato dall’amministrazione, sarà sventrato per fare spazio al solito maxipalco. Confermato l’abituale scenario di una città in stato d’assedio, comprese le strutture ospedaliere, allertate per le possibili emergenze.
Per finire, un fermaglio per la cappa del papa, gentile cadeau del Comune aretino: in oro massiccio con al centro un bel rubino rosso.
Ma, afferma l’arcivescovo di Arezzo Riccardo Fontana, «tutta la visita è stata organizzata nella sobrietà più assoluta» e nella «parsimonia».
In effetti, rispetto ai 2 milioni per l’esposizione della Sindone a Torino (2010), agli altri 2 milioni per la visita di Ratzinger a Lamezia Terme (2011), ai circa 4 milioni per il congresso eucaristico ad Ancona (2011); ai 5 milioni per la beatificazione di Wojtyła (2011), stavolta trattasi di bruscolini.
Naturalmente saranno a carico del Governo le spese per gli spostamenti: in questi casi è generosa consuetudine concedere gli elicotteri dell’Aeronautica Militare Italiana per il trasporto, oltre che del pontefice, del suo segretario personale, del Prefetto della Casa Pontificia, del Reggente, dell’assistente, della scorta della Gendarmeria vaticana e della Guardia Svizzera. E poi i cerimonieri, i fotografi e i giornalisti dell’Osservatore Romano, gli operatori della Tv e della Radio Vaticana, il maggiordomo e il medico di fiducia.
Spicca ma non sorprende – in questo quadro peraltro giulivamente incurante della grave situazione economica del nostro paese – l’acritica, entusiastica adesione a iniziative del genere da parte delle amministrazioni locali che dovrebbero rappresentare tutti i cittadini, non solo quelli appartenenti ad una confessione particolare.
Il sindaco Giuseppe Fanfani prova a prospettare un ritorno a livello di immagine, e non solo, per la città: «La visita di un Papa è un evento eccezionale; è la prima volta che Benedetto XVI viene in Toscana e ha scelto Arezzo; l’evento andrà in mondovisione; in città giungeranno almeno 30mila pellegrini, molti dei quali per la prima volta». Lasciando presagire chissà quali affari per le strutture ricettive del territorio. Peccato che, come è d’uso, l’accoglienza della massa di fedeli verrà abilmente gestita da efficientissimi Enti ecclesiastici.

informarexresistere.fr




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